Università, la formazione ideale per partecipare a concorsi pubblici

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Lavorare nella pubblica amministrazione richiede una formazione specifica perché ci sono delle materie che bisogna necessariamente conoscere per gestire con competenza i progetti previsti dall’ufficio in cui si lavora, ma anche per vincere il concorso pubblico, che ha una specifica conformazione. Per partecipare ai concorsi pubblici e avviare una carriera nella PA, è fondamentale conseguire la laurea. Il primo consiglio è quello di valutare le opportunità dello studio di scienze politiche, perché il piano di studi unisce sia conoscenze di diritto sia competenze in materie politiche e culturali. Ci sono poi anche altri corsi di laurea che permettono di partecipare a concorsi pubblici. Vedremo insieme le varie possibilità in base al funzionamento del concorso pubblico e alle varie aree per le quali si desidera candidarsi.

Le lauree più richieste per lavorare in PA

Per partecipare ai concorsi pubblici le lauree più richieste, oltre alla già citata scienze politiche, sono giurisprudenza, economia e scienze dell’amministrazione. Sono tutti indirizzi che consentono di acquisire competenze nel diritto, nella gestione economia e nell’amministrazione, legate alle principali attività del settore pubblico. La laurea si può conseguire sia in modalità tradizionale, iscrivendosi ai percorsi degli atenei italiani, sia in modalità telematica, scegliendo una delle facoltà telematiche riconosciute dal MIUR, come Unicusano.

Il consiglio è di prepararsi ad un eventuale concorso anche durante il percorso di studi, perché i concorsi pubblici seguono un iter lungo e strutturato che richiede tanta pratica. C’è anche la possibilità di svolgere stage all’interno delle strutture pubbliche durante il periodo di studio o nel post-laurea. Sono queste occasioni da cogliere per avere un’esperienza nel settore pubblico e farsi conoscere per poter poi avere accesso alle opportunità di inserimento che si dovessero presentare.

Come funziona il concorso pubblico

Il concorso pubblico viene indetto solitamente con bando pubblico e prevede diverse formule di reclutamento. In linea generale i concorsi pubblici si possono classificare in: concorsi per titoli, concorsi per esami e concorsi per titoli ed esami. Nel primo caso la partecipazione è subordinata al possesso di titoli specifici e quindi la graduatoria verrà stilata in base al grado di esperienza e al numero di titoli richiesti; nel secondo caso, l’inserimento in graduatoria viene sancito dal superamento di alcune prove, che possono essere di tipo tecnico e includere una prova orale con test di lingua straniera; nell’ultimo caso, oltre ai titoli di partenza, sono previste anche prove d’esame specifiche. L’iter è dunque molto diversificato e richiede delle tempistiche più o meno lunghe. Essere tuttavia inseriti in graduatoria è un ottimo risultato perché questi elenchi sono validi per diversi anni e quindi si può sempre sperare di essere chiamati in un secondo momento.

La novità del post Covid

L’emergenza sanitaria ha avuto delle ripercussioni anche sull’organizzazione del lavoro nella pubblica amministrazione e sulle modalità di assunzione. Nel primo caso, la necessità del telelavoro durante il lockdown ha portato alla necessità di proporre un nuovo contratto per lo smart working, attualmente in discussione. Nel secondo caso, c’è stata una velocizzazione delle assunzioni con la modalità fast check. Ci sono state 2,600 assunzioni di tecnici nelle regioni del Sud e al momento si stanno reclutando 29.600 risorse grazie alla legge di bilancio. Con il PNRR e la trasformazione della PA, le assunzioni continueranno in maniera costante anche nei prossimi anni, con ottime opportunità per i neolaureati.