Passano gli anni, l’economia muta e, con essa, sorprendentemente, anche alcuni baluardi istituzionali che risultava impensabile vedere cambiati fino a pochi decenni fa. Tra questi, non possiamo, certo, esimerci, dal citare le pensioni – peraltro oggetto della nostra guida di oggi – la cui normativa vigente è stata modificata più volte in pochi anni, di recente. Basti pensare che, dal 1898, anno di fondazione della Cassa Nazionale di oggi, fino a qualche anno fa, pochi cambiamenti erano stati riscontrati, se non il più importante, avvenuto nel 1919, quando la pensione divenne obbligatoria. Con l’ingresso dell’Inps come ente gestore della previdenza, si è assistito, come detto, a modifiche sostanziali solo piuttosto di recente. Nelle prossime righe vi presentiamo un excursus sulla pensione e le diverse tipologie, mentre vi suggeriamo di visitare PosizioniAperte.com per informazioni tecniche riguardo la ricezione del pagamento e le modalità.
Pensioni, di che si tratta?
Questa guida si rivolge a chi vuole conoscere le pensioni e le differenti tipologie dalle basi. Per questo motivo, riteniamo opportuno effettuare un piccolo inciso in grado di definirle tecnicamente. Sotto questo punto di vista, le pensioni non sono altro se non delle prestazioni economiche mensili finanziate dai contributi dei lavoratori. La pensione viene erogata a tutti coloro, tra dipendenti e liberi professionisti che non sono più abili al lavoro o hanno superato una certa soglia d’età. Non tutti maturano il diritto alla pensione. Il fondo è, infatti, disponibile per tutti quei lavoratori iscritti alle assicurazioni come quelle collegate all’Inps o alle casse professionali e che hanno tutti i requisiti per riceverla. Come già precedentemente accennato, esistono diverse tipologie di pensione. Nei prossimi paragrafi andremo a concentrarci sulla pensione di anzianità e su quella anticipata, oltre alle varie opzioni secondarie che sussistono in casistiche specifiche che avremo premura di enunciare.
Pensione di anzianità
Iniziamo dalla forma di pensionamento, forse, più famosa e diffusa. Per accedere alla pensione di anzianità occorre avere una certa età anagrafica, ovvero raggiungere l’età pensionabile, oltre ad essere in possesso dell’anzianità contributiva minima, pari a 20 anni. In primo luogo, l’età pensionabile negli ultimi anni ha subito delle variazioni, per diverse ragioni, rapportate anche all’allungamento della speranza di vita e, di conseguenza, alle trasformazioni demografiche. Pertanto, ad oggi, vede il requisito anagrafico minimo a 67 anni per entrambi i sessi.
Pensione anticipata
Per quanto concerne la pensione anticipata, invece, si tratta di un trattamento al quale è possibile accedere prima dell’età pensionabile a fronte del raggiungimento di una certa anzianità contributiva. Per gli uomini, si parla di 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva, mentre per le donne, si toglie un anno, dunque 41 anni e 10 mesi.
Opzioni secondarie per accedere alla pensione
Come già precedentemente accennato, esistono tipologie di pensionamenti a cui i soggetti interessati possono accedere partendo da presupposti differenti, definiti da normative specifiche. La pensione con 15 anni di contributi è tra queste. È possibile accedervi, secondo la Legge Amato, quando si raggiungono 15 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1992 ed essendo iscritti al fondo dipendenti o alle gestioni speciali autonomi dell’Inps.
Esiste, poi, la pensione con 5 anni di contributi per tutte quelle persone che hanno versato i contributi dopo il 1995 e che hanno compiuto 71 anni. I lavoratori che hanno cominciato con il versamento dei contributi dopo il 31 dicembre del 1995 e che presentano 20 anni di contributi e un importo maturato pari o superiore a 2.8 volte a quello dell’assegno sociale possono andare in pensione a 64 anni. L’opzione donna permette, con 35 anni di contributi, alle donne, di andare in pensione a 58 anni per le dipendenti e 59 per le lavoratrici autonome iscritte alle casse professionali.