Il covid muta aspetto: mascherina indispensabile per combattere le tre nuove varianti
di Redazione
19/01/2021
È passato oltre un anno dai primi di dicembre del 2019, momento in cui, in una città cinese poco nota al di fuori della Grande Muraglia, un uomo mostrava i primi sintomi di una polmonite anomala, sino a quel momento mai vista e conosciuta. Oltre un mese più tardi, poi, venne identificata e ribattezzata “covid 19”, un nuovo coronavirus decisamente più letale degli altri e con una capacità di propagazione particolarmente elevata.
A causa della sua comparsa, le vite dei cittadini di tutto il mondo, nell’arco di qualche mese, sono letteralmente mutate, complici le misure imposte dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per contenere la diffusione del virus. In primis, per quanto ovvio, l’utilizzo delle mascherine, principale strumento di difesa per tutelare sé stessi e le altrui persone, come spiega nel dettaglio questo articolo.
Vaccinazione di “massa” non prima dei 18 mesi
La notizia della scoperta del vaccino alimenta speranze, assai concrete, che la lotta al covid 19 possa essere vinta. I tempi, tuttavia, non saranno certamente brevi. Esso, infatti, sarà reso disponibile alla maggior parte della popolazione solo entro 12/18 mesi: sino a quel momento, di conseguenza, sarà obbligatorio rispettare tutte le raccomandazioni suggerite dalle autorità sanitarie. La mascherina, di conseguenza, sarà ancora una fedele compagna delle nostre giornate, in quanto il primo indispensabile strumento di protezione individuale, senza mai scordarsi altre due fondamentali raccomandazioni: il distanziamento interpersonale di almeno un metro e la costante igienizzazione delle mani, effettuabile anche tramite l’utilizzo di appositi igienizzanti tascabili come quelli prodotti da Maskhaze. L’adozione di tutti questi comportamenti, oltretutto, risulta più che mai di stretta attualità. La terza ondata pandemica si sta rilevando piuttosto seria. Il virus, infatti, ha mutato il proprio aspetto, come testimoniato dall’individuazione di ben tre varianti del nuovo covid 19. Quella sulla bocca di tutti è, senza alcun dubbio, la cosiddetta variante inglese, che ha costretto il premier britannico, Boris Johnson, a decretare un nuovo terzo lockdown su scala nazionale. L’intera comunità scientifica ha mostrato una forte preoccupazione per la comparsa della variante inglese, che, complici le numerose variazioni genetiche che la caratterizzano, ha dimostrato una straordinaria capacità di trasmissione, decisamente più elevata rispetto alla prima versione del covid 19. Il tasso di mortalità, stando ai primi studi effettuati, pare tuttavia non essere maggiore. Ed è questo ad oggi, l’unico elemento di conforto della variante B.1.1.7.La variante brasiliana
Un’altra variante che ha allarmato il mondo scientifico, scoperta ancora nella prima settimana di ottobre, è la “501.V2”, più comunemente nota come “variante sudafricana”. La sua contagiosità è stata dimostrata da numerosi studi compiuti, in primis, proprio nel paese africano, a tal punto che nella seconda decade di novembre più dell’80% dei cittadini sudafricani positivi erano riconducibili a questa variante. Nel corso dei mesi sono state accertate ben 21 mutazioni della variante sudafricana, meno letale, ma più contagiosa, del “covid cinese”. Le trasformazioni del covid, però, non hanno riguardato solamente il continente europeo ed africano. Negli ultimi giorni, infatti, l’OMS sta studiando attentamente la variante brasiliana, denominata “B.1.1.28” a livello medico e scientifico. Ad allarmare il mondo sanitario è stato il caso di una infermiera brasiliana, risultata positiva al “B.1.1.28” nonostante, solo cinque mesi prima, fosse entrata in contatto col virus con un ceppo più vecchio. Ed i sintomi riscontrati sulla stessa, sono stati ben peggiori della prima infezione contratta. Dai primi studi condotti, la variante brasiliana desta grande preoccupazione: in un caso, infatti, è stato dimostrato come la mutazione rende la proteina invisibile e, potenzialmente, renderla invisibile agli anticorpi. Si teme, di conseguenza, che questa trasformazione del covid possa rendere inefficaci gli attuali vaccini.Articolo Precedente
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