Cosa sono e a cosa servono i pacchi d’ape

ape

La nostra Italia è caratterizzata dalla presenza di numerose filiere artigianali di enorme valore. Tra queste, è possibile citare il mondo dell’apicoltura. Nel momento in cui lo si nomina, il primo pensiero è il vasetto di miele e la consapevolezza della possibilità di scegliere tra diversi aromi. Ovviamente dietro c’è molto di più!

Chi vuole scoprire tutte le sfaccettature di questo straordinario mondo, deve informarsi sul significato di espressioni tecniche come ‘pacchi d’ape’. Se vuoi scoprire cosa sono e a cosa servono, nelle prossime righe di questo articolo puoi trovare alcune informazioni preziose in merito.

Cosa sono i pacchi d’ape?

I pacchi d’ape, generalmente poco utilizzati nel nostro Paese, sono sciami di api nudi. Questa espressione, in gergo tecnico, indica degli sciami privi di telaini.

Come sono composti?

I pacchi d’ape sono formati da api giovani. Ecco i dettagli in merito agli esemplari:

  • 1/1,5 kg di api
  • Un’ape regina ligustica nuova e ingabbiata

Cosa succede al momento dell’acquisto?

Al momento dell’acquisto, i pacchi d’ape vengono forniti a chi li compra in una cassettina con copertura a rete. Degna di nota è la presenza di un nutritore a depressione. Soffermiamoci un attimo su quest’ultimo, che ha una grande importanza nell’ambito dell’apicoltura. Quando si parla di nutritore a depressione, si inquadra un contenitore che, in alcuni casi, può essere consegnato chiuso in maniera ermetica.

Tra le sue peculiarità è possibile citare il fatto che lo sciroppo viene rilasciato in modo graduale, in modo da concretizzare una situazione molto simile al processo di importazione del nettare. Gli esperti di apicoltura considerano il ricorso al nutritore a depressione una soluzione di nutrizione detta ‘di stimolazione’.

Tornando un attimo alle caratteristiche dei pacchi d’ape, ricordiamo che la loro principale finalità è quella di intervenire con un rinforzo alle famiglie di api particolarmente deboli. Grazie all’integrazione del pacco d’api, è possibile prepararle nel migliore dei modi alla prima fioritura disponibile.

Un altro aspetto del quale è importantissimo tenere conto è quello dei numeri. Con un pacco d’api da 1,5 kg, si ha la possibilità di portare rinforzi senza problemi a un paio di famiglie.

Come gestirli dopo l’acquisto?

A questo punto, è naturale chiedersi come gestire i pacchi d’ape dopo l’acquisto. Nel momento in cui l’apicoltore alle prime armi arriva nell’area in cui esercita la sua attività, i pacchi devono essere inarniati. In poche parole, devono essere trattati esattamente come tutti gli altri sciami.

Una volta trascorsa qualche ora, l’apicoltore ha la possibilità di procedere con il travaso. In questa fase, è necessario mantenere la temperatura oltre i 10°C. Inoltre, l’apicoltura deve procedere alla messa a punto di alcuni favi costruiti. Questi ultimi, a loro volta, vanno collocati nell’arnia di ricevimento.

Fondamentale è trattare con attenzione la gabbia dell’ape regina, che deve essere estratta dalla cassettina dello sciame e portata sui favi costruiti dell’arnia.

Quanto costano?

Quanto costano i pacchi d’ape? Il prezzo varia a seconda di diversi fattori. Il principale è senza dubbio il numero di alveari (si parte da un minimo di 10). Un altro aspetto da considerare è la presenza o meno di una regina di stagione. Giusto per dare qualche numero, ricordiamo che si possono trovare pacchi d’api che costano 90 euro e altri che, invece, ne costano 140/150. Ricordiamo altresì la possibilità di acquistare pacchi senza regina.