Arretrati pensione d’invalidità: quando e come si possono richiedere

pensione invalidità

Una sentenza della Corte Costituzionale, datata 15 luglio 2020, ha letteralmente rivoluzionato il concetto di pensione d’invalidità: per ottenerla, infatti, non bisognerà aspettare i 60 anni d’età, ma basterà essere maggiorenni. Questa sentenza, quindi, coinvolge tutti gli invalidi al 100% dai 18 ai 60 anni, ma non ha alcun effetto retroattivo. In altre parole, non possono essere richiesti gli arretrati.

In alcuni casi, però, è possibile inoltrare detta richiesta, rispettando alcuni determinati e ben disciplinati requisiti. Innanzitutto, è indispensabile essere invalidi civili al 100%, disporre di un reddito famigliare non superiore ad €. 14447,42 ed uno personale inferiore ad €.8469,63: i soli inabili lavorativi, di conseguenza, non possono beneficiare di questa agevolazione.

Età, reddito e grado di invalidità: in quali casi è possibile chiedere gli arretrati?

Quanto appena descritto, esclude automaticamente tutti quei soggetti che non risultano totalmente invalidi: solo quelli con una percentuale pari al 100% possono richiedere gli arretrati. Un altro requisito essenziale riguarda l’età anagrafica: la richiesta potrà essere inoltrata solo se alla data di entrata in vigore della legge, ovvero il 20 luglio 2020, si era compiuto almeno sessant’anni.

Qualora si soddisfino i tre requisiti poc’anzi citati (età anagrafica, reddito ed invalidità totale, si potranno ottenere gli arretrati della propria pensione sino ad un massimo di 60 mensilità, ovvero cinque anni. Dopo aver analizzato a chi spetta questa importante rimborso economico, vediamo com’è possibile inoltrare la richiesta per ottenere gli arretrati della pensione di invalidità..

Essa può essere inoltrata all’INPS, qualora si disponga del verbale di riconoscimento dell’invalidità civile emesso dallo stesso istituto pensionistico. Esso può essere inoltrato tramite raccomandata A/R o essere reperito sul sito dell’ente previdenziale, accedendo con le proprie credenziali all’area personale e consente di poter compilare il modello AP70.

Una modalità, quindi, che richiede un impiego significativo del proprio tempo: tra richieste da inoltrare, moduli da compilare e documenti da dover rispedire, i tempi per ottenere l’agevolazione si dilatano in modo alquanto significativo. E se non si dispone del PIN per accedere alla propria sezione personale sul portale INPS, i tempi si dilungano ulteriormente.

Come inoltrare la richiesta del pagamento degli arretrati

Inoltre, qualora la domanda non fosse correttamente compilata, la pratica rimarrebbe inevasa e l’utente, quindi, non avrebbe alcun diritto alla prestazione. Una modalità alla quale, in buona sostanza, possono rivolgersi solo ed esclusivamente persone che conoscono in maniera approfondita la materia, in grado di compilare correttamente tutta la modulistica ed in possesso di conoscenze informatiche più che discrete.

Da alcuni primi riscontri, oltretutto, l’INPS in molti casi non accoglie la domanda per vizi formali, in alcuni casi poco convincenti o immotivati, creando ulteriore disagio all’utente. In questi casi, a tutela di propri diritti, si può inoltrare nuovamente la domanda all’INPS tramite un avvocato specializzato, che curerà con cognizione di causa ed in modo approfondito la richiesta e, qualora ce ne fossero i presupposti, metterà in campo ogni azione possibile al fine di veder esaudita la stessa.

È possibile rivolgersi preventivamente a questi professionisti mediante una consulenza gratuita, dove verrà illustrato il servizio offerto e si raccoglieranno le informazioni necessarie per capire se la richiesta possa essere effettivamente accolta dall’INPS. Ad essi, quindi, è possibile approcciare anche per inoltrare direttamente la domanda all’INPS e non solo nel caso in cui l’ente abbia respinto la richiesta.

Oltre ad inoltrare la domanda all’INPS, l’utente ha la possibilità di rivolgersi ad un patronato/CAF. Ma la sostanza, ad onere del vero, poco cambia. L’unico vantaggio è insito nell’evitare ulteriori perdite di tempo nell’accesso al sito dell’ente previdenziale. Ma data la complessità della materia, si corre il serio rischio di incorrere in qualche errore formale, con tempi burocratici ulteriormente dilatati.