Come scegliere il vino migliore
di Redazione
28/02/2022
Andare alla ricerca del vino più adatto alle proprie esigenze non è mai una passeggiata, anzi in alcuni casi si può rivelare molto più complicato di quello che si potrebbe pensare. La differenza, come si può facilmente intuire, la fanno anche le proprie preferenze e i propri gusti in merito.
Certo che, per poter individuare la bottiglia di vino che si adatta meglio alle proprie richieste, ci sono diversi consigli che si possono tenere in considerazione in maniera tale da orientarsi verso un prodotto in linea con le proprie aspettative e preferenze. Tra l’altro, al giorno d’oggi, sul web c’è la possibilità di trovare un gran numero di piattaforme che si occupano della vendita di vino di qualità, come nel caso dell’Enoteca David Wine.
Leggere sempre con attenzione l’etichetta
La prima cosa a cui prestare attenzione nel momento in cui si deve acquistare una bottiglia di vino è senz’altro l’etichetta, che bisogna sempre leggere in modo scrupoloso e approfondito. Ci sono delle indicazioni, infatti, che devono essere riportate in base a quanto è previsto dalla legge e da cui non si può assolutamente prescindere. Stiamo facendo riferimento alla categoria del prodotto vitivinicolo, ovvero se si tratta di un vino, di un vino spumante o, ancora, di un passito e così via. In questo caso, stiamo facendo riferimento a un’etichetta che è stata resa obbligatoria solo ed esclusivamente per quei vini che non hanno una denominazione oppure un’indicazione di origine precisa. Tra le indicazioni più importanti che devono essere riportate in etichetta troviamo senz’altro la denominazione di vendita. In questo caso, si parla della dicitura DOP, ad esempio, ovvero “Denominazione di Origine Protetta” oppure Doc, “Denominazione di Origine Controllata”. Altre indicazioni che non possono assolutamente mai mancare sono la provenienza e il volume nominale. Nel primo caso, è un’informazione fondamentale per comprendere se i vini arrivano dall’Italia o meno. La seconda caratteristica è legata al quantitativo di vino che si trova all’interno della bottiglia. inoltre, vanno riportati l’annata, il grado alcolico effettivo, l’imbottigliatore, il lotto, la presenza eventuale di allergeni aggiunti, come nel caso dei solfiti e il quantitativo di zucchero presente.Vini invecchiati e gradazione alcolica
Tutti coloro che amano questa bevanda sanno alla perfezione come un vino si deve valutare in base alle singole caratteristiche organolettiche. Nel corso della fase di invecchiamento, ecco che il vino tende a diventare più armonioso e stabile, sia in riferimento al gusto che per quanto concerne l’aroma. Nella maggior parte dei casi, il processo di invecchiamento porta in dote degli aromi molto più variegati e combinati, con una struttura senz’altro maggiore. Detto questo, è vero d’altra parte che, come ben sanno gli amanti del vino, l’invecchiamento non è l’unico fattore che consente di definire un vino di qualità. Il discorso si può tranquillamente estendere anche alla gradazione alcolica. L’equazione “vino ad elevato grado alcolico = migliore” non è sempre vera. Se è certamente vero che le varie parti del vino che sono in grado di garantire un determinato apporto in riferimento alla struttura del vino sono rappresentate proprio dall’alcol, così come dall’estratto, non è sempre e solo l’unica caratteristica che fa la differenza. Insomma, non basta un alto grado alcolico per rendere di qualità un certo vino. Se un vino è corposo, ma poi non riesce ad avere un certo equilibrio in riferimento al gusto, quindi non è in grado di trovare la corretta combinazione tra tannini, alcol e acidità, ecco che può risultare anche piuttosto sgradevole già all’olfatto oppure carente in termini di intensità. Stesso discorso dopo averlo assaggiato, visto che il vino si può mostrare fin troppo poco persistente in bocca, rendendo anche l’attività dei sommelier del tutto inutile.Articolo Precedente
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